giovedì 20 novembre 2008

Nasce il giornale che parla europeo!



Buongiorno a tutti!
Come dice il titolo, nasce il primo giornale che parla “europeo”! Ma che cosa vuol dire parlare
europeo? In Europa, in effetti, manca una lingua comune: ci si è provato qualche decennio fa con l’esperanto, ma il tentativo ebbe scarso successo! Il nostro obiettivo è invece quello di dar voce a
notizie, avvenimenti, idee, in una chiave che superi i confini nazionali canonici, e che dia un respiro europeo ai nostri articoli. Vogliamo così sperimentare se è possibile o meno, all’interno di un giornale, considerare l’Europa un soggetto unitario. Per fare ciò vogliamo parlare d’Europa da diversi punti di vista, raccogliendo esperienze diverse provenienti da tutti noi studenti.
Nonostante il clima di freddezza nei confronti dell’idea europea di questi ultimi anni, è proprio in noi giovani che questa, spesso anche inconsapevolmente continua a vivere: viaggiare,studiare o lavorare in altri paesi europei, è diventata un’esperienza alla portata quasi di tutti: tantissimi studenti “vanno in Erasmus”, e con una compagnia aerea low cost si raggiungono Londra o Parigi con lo stesso tempo (e spesso anche allo stesso prezzo) che si impiega a raggiungere Bologna in treno. Questo continuo interscambio, involontariamente, sta contribuendo alla formazione di una cultura “europea”, dove il ragazzo francese, inglese o tedesco, per fare alcuni esempi, non viene più visto come uno “straniero”, ma come un concittadino, come un ragazzo “europeo”. Questo non vuol dire appiattire le particolarità culturali dei vari popoli, ma è anzi un arricchimento continuo, che porta alla condivisione, e quindi al rispetto delle differenze. Per questa ragione abbiamo creato la rubrica “living Europe”, che dà informazioni utili su quello che c’è da fare in tante città europee, attraverso esperienze di ragazzi che sono stati nel progetto Erasmus, o che
hanno vissuto o lavorato all’estero, dando informazioni utili sul come fare altrettanto.
La politica è troppo spesso lontana, in questo caso, dal rappresentare i bisogni della società civile: i partiti politici, arrancano nella difesa di un’ideale nazionale, che spesso, troppo spesso, si dimostra inefficace nella soluzione di problemi complessi: la crisi economica, quella ambientale e
quella del welfare State sono solo alcuni degli esempi, dove si è evinta la difficoltà dei singoli Stati nel portare avanti da soli delle risposte efficaci.
Negli ultimi sessant’ anni, la CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) è stata una delle poche proposte che è riuscita a tutti gli effetti a mettere fine ad una disputa secolare tra Francia e Germania sul controllo di quelle risorse, che ha portato all’Europa tre guerre e milioni di morti Se ha funzionato in quel caso, si pensi a tante altre situazioni in cui questo può funzionare: l’elefantiaca spesa per la Difesa, verrebbe ridotta al lumicino, se al posto di avere 27 eserciti, se ne avesse uno solo. Si pensi poi ad un organismo unico per la gestione dell’energia: ci renderebbe un interlocutore autorevole nei confronti dei grandi paesi produttori di energia,come la Russia ed i paesi dell’Opec, e potrebbe portare ad un vero progetto per lariduzione dei gas serra,inattuabile nell’attuale situazione di continuo veto da parte di vari pesi (si pensi ad esempio al comportamento dell’Italia sul rispetto degli obiettivi di Kyoto).
Nel nostro piccolo (anzi piccolissimo!) di giornale universitario, ci piacerebbe provare a vedere le tematiche dei nostri giorni in questa chiave, con un punto di vista alternativo a quello canonico, analizzando situazioni, spesso viste unicamente, sul piano nazionale, ad una livello sopranazionale: quello europeo.
Inoltre non vogliamo neppure trascurare gli avvenimenti che avvengono oltre i confini dell’Unione, osservando la situazione del resto del mondo, dando particolare riguardo alla situazione dei paesi dell’est europeo, grazie alla collaborazione che Voci d’Europa ha intrapreso con l’associazione “AnnaViva”, associazione fondata in onore di Anna Politkovskaya, che si occupa di promuovere i diritti civili nei paesi dell’ex Unione sovietica.

Se avete voglia di partecipare, il giornale è aperto a tutti i contributi (non di soldi, ma di idee!) Per informazioni, scriveteci all’indirizzo vocideuropa@gmail.com


Roberto Novelli

1 commento:

Unknown ha detto...

Grande Roberto ottima iniziativa.
ciao Massimo