sabato 24 gennaio 2009

MOSCA AMMETTE: E' STATO PUTIN AD ORDINARE L'INTERRUZIONE DELLE FORNITURE DI GAS

E' il primo ministro della Federazione Russa, Vladimir Putin, il responsabile del blocco totale delle forniture di gas in direzione dell'Ucraina, proposta avanzatagli del capo del consorzio monopolistico Gazprom Aleksej Miller. Così riporta l'emittente NTV.

Ancora la mattina del 7 gennaio, Gazprom incolpava Kyiv per la chiusura del quarto (l'ultimo) gasdotto attraverso il quale il gas russo viene trasportato agli altri paesi europei.

Tuttavia, più tardi è emerso come sia stato lo stesso Putin ad ordinare il taglio totale delle erogazioni di gas verso l'Ucraina, facendo propria la proposta di Aleksej Miller, con cui il primo ministro russo ha avuto un incontro nella sua residenza di proprietà nei pressi di Pietroburgo. I dettagli ed i retroscena dell'incontro sono stati accuratamente documentati da NTV, emittente televisiva dell'impero mediatico di Gazprom.

"Sono in totale accordo con la Sua proposta. Tuttavia bisogna farlo pubblicamente, in presenza di osservatori internazionali" ha risposto Putin secondo quanto riportato da NTV. Sempre in base alla medesima fonte di informazione – tradizionalmente attendibile sulle questioni di politica interna russa – Putin avrebbe anche chiesto a Miller se Gazprom fosse in possesso, oltre al rapporto accuratamente preparato dagli esperti del colosso monopolista russo, di qualche documento attestante le responsabilità ucraine sull'interruzione dell'afflusso di gas in Europa da poter utilizzare come capo d'accusa nei confronti di Kyiv in ambito internazionale.

La conseguenza dell'ordine di Putin ha comportato l'immediata drastica riduzione dell'afflusso di gas in alcuni paesi UE, ed in altri addirittura l'interruzione totale. In un paio d'ore Ungheria, Bosnia, Bulgaria, Grecia e Turchia – rifornite unicamente per mezzo di condutture transitanti attraverso l'Ucraina, a differenza di Polonia e Paesi baltici, che possono contare anche sugli approvvigionamenti dei gasdotti che passano per il territorio bielorusso – sono rimaste a secco: il premier bulgaro Sergej Stanišev ha subito telefonato alle autorità russe per convincerli che l'UE non può essere vittima dello scontro tra Mosca e Kyiv. La Slovacchia ha dichiarato lo stato di emergenza economica.
La sera dello stesso giorno, la crisi è stata avvertita anche in Francia – dove gli approvvigionamenti sono diminuiti del 70% - Italia – che ha registrato un calo di circa il 90% – e Germania, dove le imprese tedesche hanno ammesso la ricezione di minor quantità di gas senza, però, specificarne la quantità.
"Senza assicurazioni da parte delle più alte autorità russe ed ucraine le forniture di gas ai paesi europei sono sensibilmente diminuite. Tale situazione è per noi inaccettabile" hanno scritto in una nota congiunta la Commissione Europea e la presidenza ceca dell'Unione.

Sebbene Praga escludesse inizialmente una mediazione europea nel conflitto tra Mosca e Kyiv, il ministro ceco dell'Industria e del Commercio Martin Řiman ha constatato come la presa di posizione di Bruxelles abbia "cambiato radicalmente la situazione", ed ora la presidenza di turno ceca non esclude l'organizzazione di un vertice UE ad hoc insieme con i rappresentanti di Russia ed Ucraina. "E' nostro interesse fare di tutto affinché ambo le parti raggiungano un accordo" ha dichiarato il premier ceco Mirek Topolánek.

Altro Paese molto attivo sul piano diplomatico per risolvere la crisi è la Polonia: il premier Donald Tusk ha proposto un summit tra i ministri dell'industria e dello sviluppo economico dei paesi dell'Unione per concordare una comune posizione europea; il ministro della difesa Radosław Sikorski ha comunicato che Varsavia pur cercando di non inasprire lo scontro con la Russia "sarà ambasciatrice a Bruxelles delle ragioni dell'Ucraina"; il presidente Lech Kaczyński, invece, dopo aver sottolineato la necessità di una posizione più dura nei confronti di Mosca, si consulterà coi colleghi slovacco, ungherese e ceco in occasione della riunione del quartetto di Vyšegrad, in programma a Bratislava nei prossimi giorni.

A dimostrazione della responsabilità russa sull'interruzione della forniture di gas all'Europa, il 6 gennaio il presidente ucraino Vyktor Juščenko ha fatto appello a Mosca per un "immediato" ripristino del transito di combustibile attraverso l'Ucraina con un lettera inviata al presidente russo Dmitrij Medvedev e al capo della Commissione Europea José Manuel Barroso. In essa, Juščenko ha anche ribadito la piena disponibilità da parte di Kyiv a garantire il regolare transito di gas attraverso il territorio ucraino.

Matteo Cazzulani


Presidente associazione Annaviva

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