sabato 7 febbraio 2009

IL PACCHETTO CLIMA

Il Parlamento Europeo ha approvato il 17/12 con una larga maggioranza il pacchetto climaenergia,
il famoso 20-20-20. Il primo obiettivo del Pacchetto, con la Direttiva ETS
(Emission Trading Scheme) è quello di ridurre le emissioni dei gas serra del 21% nel 2020
rispetto al 2005 nei settori trasporti, agricoltura ed edilizia. Prevede un sistema di aste, dal
2013, per l’acquisto di quote di emissione, i cui introiti andranno a finanziare misure di
riduzione delle emissioni e di adattamento al cambiamento climatico. Oggi le quote di Co2
sono assegnate gratuitamente e si paga solo in caso di superamento dei tetti previsti, alcuni
paesi dell’est Europa pagheranno però il 100% delle emissioni nel settore energetico solo a
partire dal 2020. Per gli altri settori la responsabilità sarà invece dei governi.
Il secondo obietti vo è quello di arrivare al 20% di risparmio energetico e il terzo è quello di
portare la quota di energie rinnovabili al 20% del consumo energetico finale entro il 2020.
Le fonti energetiche rinnovabili sono quelle fonti non fossili, come quelle eolica,
solare, geotermica, aerotermica, idrotermica, l'energia oceanica, idroelettrica, la biomassa, i
gas residuati dai processi di depurazione e i biogas. Attualmente la quota di energie rinnovabili
sul consumo totale di energia in Italia è pari al 5,2% che l'obiettivo nazionale fissato
dalla direttiva porta al 17%. Per gli altri "grandi paesi" il consumo attuale e la quota obiettivo
sono, rispettivamente, i seguenti: Germania 5,8 e 18%; Spagna 8,7 e 20%, Francia 10,3
e 23%, Polonia 7,2 e 15%, Regno Unito 1,3 e 15%. Per raggiungere più agevolmente
l'obiettivo, gli Stati membri dovranno promuovere e incoraggiare l'efficienza energetica.
Due o più Stati membri potranno anche cooperare su tutti i tipi di progetti comuni per la
produzione di energia rinnovabile in forma di elettricità, calore e freddo. Ai fini del rispetto
degli obiettivi in materia di rinnovabili, tale cooperazione, che potrà comprendere operatori
privati, dovrà riguardare progetti realizzati sul loro territorio e messi in servizio dopo l'entrata
in vigore della direttiva o grazie all'incremento di capacità di un impianto ristrutturato.

La direttiva fissa inoltre una serie di condizioni affinché, ai
fini del calcolo della quota-obiettivo, possa essere presa in
conto la produzione di energia elettrica realizzata in
un paese terzo. Ad esempio, occorre che l'elettricità sia
consumata nell'UE e sia prodotta da un impianto che diventi
operativo o che sia potenziato dopo l'entrata in vigore del
provvedimento. Uno Stato membro potrà anche chiedere
alla Commissione di prendere in conto, a determinate
condizioni, l'energia rinnovabile prodotta e consumata in
un paese terzo nel contesto della costruzione di un interconettore
tra lo Stato membro e il paese terzo.
In ogni caso, gli Stati membri dovranno adottare un piano d'azione che fissi gli obiettivi
nazionali in materia di quota di energia rinnovabile nel settore dei trasporti, dell'elettricità e
del riscaldamento e raffreddamento nel 2020, tenendo conto degli effetti delle altre politiche
relative all'efficienza energetica, e le misure da adottare per raggiungere detti obiettivi,
inclusa la cooperazione tra autorità locali e nazionali, progetti congiunti, politiche nazionali
per lo sviluppo delle risorse della biomassa esistenti e per lo sfruttamento di nuove risorse
della biomassa. Il piano d'azione dovrà essere notificato alla Commissione entro il 30 giugno
2010.
Riguardo ai costi del Pacchetto la Commissione li valuta in 91 miliardi per il 2020, di cui 8
per l’Italia, contro i venti ipotizzati in precedenza. Il risparmio per l’importazione di idrocarburi
è valutato in 50 miliardi e in 10 miliardi per la diminuzione dell’inquinamento. A
questi benefici vanno aggiunti quelli economici per l’innovazione del sistema industriale e
l’apertura a nuovi mercati, che porteranno alla creazione di nuovi posti di lavoro in Europa.

Alessandro Zunino

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